Rappresentava il dio sole: curiosità e storia della statua del Colosso di Rodi

Rappresentava il dio sole: curiosità e storia della statua del Colosso di Rodi

Rappresentazione del dio Sole (Helios in greco), la statua del Colosso di Rodi è annoverata come la sesta tra le sette meraviglie del mondo antico. Per alcuni localizzata nel porto di Rodi nel III secolo a.C., secondo gli studi più recenti la statua non sarebbe sorta all’accesso del porto, bensì su una collina davanti al porto e interna all’acropoli di Rodi.

La storia del Colosso di Rodi

La statua nacque per celebrare la vittoria dei rodiesi contro l’esercito di 40 mila uomini guidati da Demetrio I Poliorcete, figlio di un successore di Alessandro Magno, che nel 305 a.C. invase la città di Rodi. Allargando le mura protettive, i rodiesi riuscirono a impedire l’assedio dell’esercito. Così a celebrazione della vittoria, gli abitanti di Rodi costruirono la statua gigante con attribuzione e dedica al dio Helios che era il loro dio protettore.

Com’era fatta la statua

Costruita da Carete di Lindo allievo di Lisippo, il colosso era alto circa 32 metri. Secondo la teoria più accreditata, la statua era formata da colonne di pietra e putrelle di ferro inserite al suo interno. A queste ultime erano poi agganciate le piastre di bronzo del rivestimento esterno.

Terminata nel 293 a.C., la costruzione della statua durò ben 12 anni ed essa si mantenne eretta per 67 anni, fino al terremoto del 226 a.C. che colpì la città.

Finita nel fondo marino dove ora giace sdraiata a 800 metri di profondità, la statua non venne mai ricostruita. Nonostante non si abbiano certezze sul suo aspetto, secondo le ricostruzioni più moderne la forma della statua sembrava essere una figura maschile in piedi a gambe unite, come riporterebbero alcuni antichi disegni: un uomo probabilmente nudo con indosso una corona di spine e che si proteggeva gli occhi dal sole con la mano destra e reggeva un mantello nella sinistra.

Ricostruzione della statua

Per ricostruire il colosso sono state avanzate varie ipotesi negli ultimi anni. Tra queste, nel 2000 il sindaco di Rodi, George Iannopoulos, aveva pensato di lanciare un bando pubblico che, attraverso l’impiego delle medesime tecniche dell’originale e con un costo di 10 miliardi di dracme, pari a 30 milioni di euro, avrebbe potuto ricostituire l’originale gigante statua esattamente come Carete di Lindo l’aveva eretta.

Altro progetto mai avviato, poi, è stato quello guidato da Dimitris Koutoulas che nel 2008 ha pensato di ricostruire il colosso con un investimento di 200 milioni di euro per una struttura alta tra i 60 e i 100 metri.

La statua nella cultura di massa

Nonostante non esista più il vero colosso di Rodi, esso si mantiene comunque vivo nei racconti veicolati dalla cultura di massa. Riferimenti alla statua sono, infatti, le Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin in cui essa è rappresentata dal Titano di Braavos, l’imponente statua in pietra e bronzo all’ingresso della laguna dell’omonima città.

E ancora, ne parlano Il colosso di Rodi, il film del 1961 di Sergio Leone, e il videogioco God of War II.

Giulia

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