Oracolo di Cuma: chi è, storia e curiosità

Per oracolo si intende un’autorità fonte di consigli e di profezie tipica dell’antica Grecia. Tra questi vi è quello della Sibilla cumana, così denominata per la città campana d’origine, Cuma, la storica dimora della Sibilla, creatura misteriosa che era intenta a predire gli oracoli.

Chi è la Sibilla cumana

Il termine “Sibilla” deriva, secondo il letterato latino Marco Terenzio Varrone, dal greco “siou’-boullan” ossia “manifestazione della volontà divina”, dal significato stesso dell’azione della sacerdotessa che era direttamente ispirata e consacrata al Dio Apollo. Tradizione vuole che l’immagine ricorrente della Sibilla fosse quella di una ragazza giovane e bella.

Contrariamente a quanto si possa pensare, però, la Sibilla Cumana non è una figura leggendaria ma è una figura realmente esistita, come viene riportato dagli antichi testi che circolavano nel Mediterraneo e in cui veniva denominata secondo le tre terminologie differenti di Amaltea, Erofile e Demofile e quelle derivanti dal luogo geografico di appartenenza, Delfica, Eritrea, Italica, Libica, ecc.

La storia dell’Oracolo di Cuma

Non è strano che l’oracolo si trovi a Cuma, perché come tutte le regioni del Mediterraneo anche la Campania era terra di miti, tradizioni e leggende.

Tra tutte, la Sibilla cumana è stata sicuramente la figura più importante all’interno della storia antica, divenuta famosa per il successo del poema latino dell’Eneide di Virgilio.

Secondo la leggenda, la Sibilla cumana era una giovane vergine con il dono della preveggenza, in grado di anticipare un evento positivo o negativo che si sarebbe verificato in futuro. Nel momento in cui veniva consultata, le parole da lei comunicate venivano considerate una legge sacra da non violare.

Curiosità sulla Sibilla cumana

Sempre secondo i racconti più noti, la signora campana dedicata alla preveggenza era solita ritirarsi in grotte e dimore sotterranee ricche di suggestioni spirituali con fiaccole in ogni angolo. La grotta è stata scoperta nel 1932 da un gruppo si archeologi ed è oggi collocata sull’Acropoli di Cuma: essa consta di una galleria lunga 107 metri con 12 passaggi laterali che si aprono sul fianco della collina.

Chi vi si recava per consultare la Sibilla, la trovava seduta sul trono silenziosa mentre ascoltava la domanda che le veniva rivolta. La Sibilla, allora, prima di profetizzare il suo responso compiva un rituale di prassi: si incamminava per tre grandi vasche e si immergeva nelle acque.

A fine cerimonia di purificazione la sacerdotessa si risiedeva sul trono e interrogava l’oracolo, dando infine il verdetto riportato su foglie di palma che venivano, poi, mosse dal vento suscitato da Apollo. Secondo la tradizione, infatti, gli oracoli scritti in greco sulle foglie venivano raccolti nei celebri Libri Sibillini, volumi antichi molto ricercati e consultabili in caso di necessità per scoprire gli eventi futuri.

A questi ultimi, però, potevano accedere solo alcuni sacerdoti legati al culto di Apollo, poiché i volumi venivano custoditi nel tempio di Giove Capitolino.

Giulia