L’Inflazione frena, Mario Draghi ancora sotto pressione

L’Inflazione frena, Mario Draghi ancora sotto pressione

mario draghiLa crisi senza fine che sta attanagliando l’Europa non lascia scampo nemmeno a quei paesi che si ritenevano immuni da tutto. Perfino la Germania, seppur entro certi limiti, sta risentendo della crisi. Ma quello che più preoccupa gli economisti è l’inflazione che continua a scendere su livelli preoccupanti. Si perchè se un’inflazione troppo alta può essere deleteria per una sana crescita economica è altrettanto vero che un’inflazione prossima allo zero, o peggio ancora una deflazione, lo può essere ancora di più.

In questi giorni ci pensa l’Ocse a lanciare un messaggio che sa molto di allarme: a luglio l’inflazione è scesa al +1,9% rispetto al +2,1% di Giugno. Ennesimo calo ed ennesimo allarme. Ed ecco che tutti tornano a puntare la propria attenzione su Mario Draghi, presidente della BCE, come se fosse lui il capo assoluto di questa europa sempre più allo sbando.

Sicuramente lui ha gli strumenti per poter intervenire ma è altrettanto vero che spetterebbe ai singoli stati attuare delle manovre congiunte per rilanciare l’economia. Sta di fatto che in queste ore Draghi sta valutando alcune strategie che lo aiuterebbero a indebolire l’euro, una soluzione ritenuta fondamentale per rilanciare l’economia di paesi chiave come la Francia, l’Italia o la Germania.

Al momento sembra che si voglia spingere per il carry trade. In sostanza un ulteriore taglio dei tassi allo 0,05% spingerebbe molti grandi investitori istituzionali a indebitarsi in euro e investire in altre valute che garantiscono rendimenti più alti. In questo modo l’euro si deprezzerebbe con il duplice vantaggio di poter rafforzare le esportazioni e di aumentare l’inflazione.

Un passo che alla Bce stanno valutando con attenzione e non è escluso che a breve ci siano delle importanti novità.

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