Sciltian Gregorio pittore armeno: storia e curiosità

Sciltian Gregorio pittore armeno: storia e curiosità

Sciltian Gregorio è il nome italianizzato del pittore di origine armena Grigorij Ivanovič Šiltjan, nato nel 1900 e morto nel 1985. Gregorio nacque in quello che fu l’insediamento armeno della città di Nakhichevan-na-Donu che in un secondo momento si fuse a Rostov sul Don, città della Russia. Fin da bambino mostrò interesse per l’arte e i conseguenti studi lo portarono ad essere il famoso pittore che conosciamo.

Chi era Sciltian Gregorio

Nacque da un padre che di professione faceva l’avvocato mentre la madre era una giovane benestante appartenente ad una famosa famiglia di industriali dell’Armenia. Fin da giovane ha mostrato moltissimo interesse e grande propensione per le arti tanto da iniziare gli studi alla prestigiosa Accademia di San Pietroburgo. L’influenza dell’artista Beardsley per lui è stata davvero fondamentale, al punto da interessarsi e migliorare la sua arte pittorica fino all’esordio a soli quindici anni.

L’esordio del pittore

L’esordio di Sciltian Gregorio avvenne in quel di Rostov, con la partecipazione all’esposizione di opere cubofuturiste a cui lui si era fortemente ispirato. L’artista sarà costretto a lasciare la Russia in seguito alla Rivoluzione d’Ottobre nel 1919 per poi stabilirsi nella città turca di Costantinopoli.
La sua arte subisce diverse trasformazioni e da un inizio cubofuturista, negli anni ’20, Gregorio passa ad uno studio più classico. Decide di intraprendere questa strada di studi classici grazie alla frequentazione dell’Accademia e dei Musei di Vienna grazie alla fascinazione provocata su di lui dalle opere rinascimentali italiane. Negli anni ’20 si trova in quel di Berlino, città chiave in questo momento dal punto di vista politico. Qui conosce e decide di sposare Elena Boberman ma senza rimanere nella capitale tedesca, ma spostandosi in Italia. Qui apre un suo studio personale nella città di Roma che lo vede anche protagonista della Biennale del 1925.

La svolta nella sua carriera

È il critico d’arte Roberto Longhi a presentare le sue opere nella casa d’arte Bragaglia a Roma. Egli apprezza l’arte di Sciltian Gregorio per le caratteristiche davvero spiccate e caratteristiche che possiede. Le opere di ispirazione fiamminga e caravaggesca vengono rappresentate in maniera iperrealistica. Longhi ammette che sembra di avere a che fare con vere e proprie fotografie più che con quadri dipinti. La precisione della tecnica pittorica e l’espressività non sono comuni. La tecnica utilizzata riesce ad unire la tradizione più antica con la brillantezza che solo i colori moderni possono conferire. I colori vengono sapientemente utilizzati come mai prima di allora.

Le sue opere si diffondono man mano in tutta Europa e Sciltian partecipa a moltissimi vernissage importanti come la Biennale di Venezia al Salon des Indépendants e all’ Art Russe al Palais des Beaux Arts. Una sua particolare opera viene addirittura acquisita dal Museo reale del Belgio. I suoi quadri rappresentano solitamente nature morte trattate con la tecnica che prende il nome di ‘Trompe-l’œil’.

Sciltian Gregorio muore nella città di Roma nel 1985 ed è ancora sepolto nella città eterna al Cimitero acattolico di Roma.

Serena

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